DA PROSERPIO A CASTELMARTE. E RITORNO

Questo post pensavamo fosse andato smarrito, per questo ogni riferimento all’estate non è puramente casuale. L’abbiamo ritrovato e con piacere lo pubblichiamo proprio perché questa passeggiata poco conosciuta non è stata proprio male.



Sono quasi terminate le ferie. Mancano pochi giorni alla ripresa del lavoro e le forze già scarseggiano, come avessimo passato l’agosto in fonderia e non a riposarci.

Per questo motivo con Franco, antico (in tutti i sensi) compagno di passeggiate, decidiamo di affrontare qualcosa di tranquillo e relativamente breve, nel rigenerante verde del Triangolo Lariano. Qualcosa senza grosse salite, apprezzabile anche da chi passeggia col proprio affettuoso amico scodinzolante (intendo il cane).

La scelta cade su un inusuale percorso (almeno per noi) che unisce Proserpio (CO) a Castelmarte, due caratteristici e storici paesini alle porte di Canzo, una volta meta di vacanze estive per i milanesi ancora senza telefonino e digiuni di internet.



IL NOSTRO PERCORSO

Parcheggio: chiesa San Rocco/Proserpio

Partenza: chiesa San Rocco
Distanza in piano: 7 km
Tempo totale: ore 2:15 circa
Difficoltà: facile
Altitudine minima: 369 m
Altitudine massima: 500 m circa
(dati Easy Trails)
Voto:****


Una volta parcheggiata l’auto a Proserpio, vicino alla chiesa di San Rocco e alla scuola (piazza Brenna), prendiamo via Fratelli Rizzi che sale decisa a sinistra dell’edificio religioso. La salita non è niente di particolarmente impegnativo, ma sia Franco che io chiediamo già il cambio di maglietta e l’ossigeno di scorta all’ammiraglia che non abbiamo.



Il paese di Proserpio è posto su un terrazzo naturale che domina la piana di Erba, il paese vanta boschi e pascoli ben tenuti, percorribili a piedi lungo una rete di sentieri, e un apprezzato centro storico ricco di affreschi e immagini di culto.

Di interesse artistico la parrocchiale di San Donnino Martire e l’oratorio di San Rocco. Nel centro del nucleo storico, importante col suo parco la neoclassica Villa Mantegazza-Baroggi.

La salita per fortuna è breve e all’altezza della discarica incontriamo il cartello che ci segnala la direzione da prendere per Castelmarte, invitandoci ad entrare in un bellissimo e ombroso bosco che in trenta minuti ci porta ad incrociare una strada asfaltata e l’inizio del suggestivo paese di Castelmarte, piccolo nucleo abitato di origine romana posto in posizione strategica e dominante su un caratteristico rilievo roccioso.



Appena terminato il bosco, e prima ancora di mettere piede sulla strada asfaltata, prendiamo a destra per via Crocetta, attraversiamo via Valleggio e proseguiamo per via Trieste prima e via Volta poi, per raggiungere la parte alta del paese dove troneggia l’antico palazzo comunale dalla bella corte e torretta (se chiedete vi permetteranno quasi sicuramente di visitarla, da sopra si gode un impagabile panorama a 360°).



Davanti al portone d’entrata del palazzo troviamo un cartello che ci invita a prendere l’ex via delle Vigne, una bella, lunga e suggestiva scalinata con, anche qui, un bel panorama sulla piana brianzola.

A proposito di bel vedere: la strada a gradoni scende ripida, ricordandoci scorci e momenti comuni alle mitiche Cinque Terre. Esageriamo? Provare per credere.



Terminata la discesa, subito prendiamo il sentierone a sinistra che ci permette di raggiungere dopo dieci minuti (e una scorta di more raccolte in un fazzoletto come ai tempi dell’oratorio) la strada asfaltata (via Manzoni).

All’imbocco di questa, svoltiamo a destra e alla prima a sinistra dopo il ponte (quando ci si è sopra e non lo si puó vedere), si scende per poi salire subito, a destra, adiacenti a un muro di recinzione che ci porta velocemente in via Chiesa e a San Donnino.

Visitina veloce all’edificio per poi tornare e proseguire sulla stessa via, uno dei punti migliori di tutto l’itinerario, fino a incrociare via Roma.




A questo punto tiriamo dritto e prendiamo la strettissima via alla destra di un cippo che con una freccia indica Villa Baroggi: è la stradina giusta che ci fa raggiungere il centro paese e da lì la nostra auto.



Di Proserpio segnaliamo la trattoria La Bugiana, in via Puecher 7, da noi conosciuta e apprezzata in altri momenti.


Franco, matido di sudore, sembra un bracciante sudamericano, io a mia volta ho terminato la riserva di energia, ma mi piace pensare che questo stato dipenda dalla carenza di potassio e magnesio e dal caldo dell’estate. E non dalle nostre primavere.



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