Partenza: Lasnigo, presso uno dei parcheggi
Altri dati non disponibili per un errore tecnico dovuto al solito “exploratore” che si è dimenticato acceso il “registratore dei dati” fino a casa.
Voto *****
Il percorso, secondo noi adatto soprattutto ai mesi di maggio e giugno, permette in pochissimi minuti di trovarsi fuori dal mondo, in un luogo caratterizzato dal silenzio.
Si posteggia l’auto a Lasnigo (mai trovato più di tre auto assieme), si costeggia il torrente Lambretto, si arriva alla Conca di Crezzo con un bel laghetto, per puntare poi decisamente, salendo per 30 minuti circa (andatura da exploratori), verso il ristorante La Madonnina.
Il posto è veramente in una splendida posizione, da qui si può infatti godere un’incredibile vista sul lago e sui monti.
Comunque… ci si può arrivare facilmente in auto anche da Barni.
Da Lasnigo, seguendo lo stesso nostro percorso, si possono trovare via via: una bella e silenziosa valle incontaminata frequentata da mucche al pascolo e asini (che non si sa bene cosa facciano), un curioso monumento ai caduti e il laghetto di Crezzo caratterizzato dalla tipica vegetazione acquatico-palustre, popolato da diverse specie anfibie.
Tra questo posto e la cima, dove è sito il rifugio/ristorante (buono il rapporto qualità-prezzo), ci siamo imbattuti anche nella testimonianza di un drammatico fatto di cronaca, avvenuto nel non lontano 16 ottobre 1987, riguardante un aereo dell’ATI partito da Milano.
Giro comunque veramente carino e poco faticoso, e vi assicuro che gli standard degli exploratori su questo sono molto rigidi, solo un po’ ripido nella prima e nell’ultima parte.
Da non perdere nei dintorni: il Santuario della Madonna del Ghisallo e il vicino Museo del ciclismo, le belle chiese di San Pietro a Barni e di Sant’Alessandro a Lasnigo.