Il Topinambur è simile ad una margherita un po’ cresciuta o ad un girasole in miniatura, suo parente stretto; non produce però semi oleosi, ma un gustosissimo rizoma “bitorzoluto”.
Conosciuto anche come carciofo di Gerusalemme, rapa tedesca o patata del Canada, perché originario delle praterie Nord Americane, era molto utilizzato in passato prima che la patata acquisisse la popolarità.
Pian piano il tubero si sta riappropriando della fama scemata grazie alle sue proprietà organolettiche e per il suo delicato aroma di carciofo e nocciola.
L’inulina, un carboidrato simile all’amido che origina fruttosio anziché glucosio, è presente in abbondanza nel Topinambur tanto da renderlo un alimento perfetto per i diabetici e per chi sta seguendo diete ipocaloriche perché, se consumato crudo o cotto accompagnato da acqua a volontà, dona un’appagante sensazione di sazietà e… ripulisce l’intestino.
Il Topinambur non può essere considerata una vera pianta spontanea del nostro territorio, ma un infestante che ha colonizzato vaste aree incolte, i bordi delle strade o i campi abbandonati. Da fine estate e fino ai primi freddi lo si può ammirare in tutta la sua allegra fioritura in gruppi copiosi di steli che possono raggiungere i tre metri d’altezza con i capolini e le corolle di un bel giallo oro. I tuberi devono essere dissotterrati, come si fa per le patate, non appena la pianta comincia ad appassire; se lasciati in terra, rifioriranno la primavera successiva espandendosi a macchia d’olio. Chi volesse coltivarlo nel proprio giardino, dovrà provvedere a sistemarlo in un angolo a lui dedicato per evitare di ritrovarsi tutto lo spazio verde occupato da questa pianta molto “espansiva”!
In cucina il tubero si utilizza crudo dopo averlo ben lavato e spazzolato, mantenendo la buccia, se piace, o pelandolo, mescolato ad insalate miste o intinto in salse di vario genere, noto l’utilizzo del “Ciapinabò” come lo chiamano i Piemontesi, insieme ad altre verdure per accompagnare la Bagna Caoda.
Cotto invece lo si può utilizzare passato per preparare creme o purè oppure brasato lentamente a pezzi con poco burro per essere gustato solo o come ingrediente di primi piatti.
Dal Topinambur si ottiene una farina che può sostituire in parte altri farinacei nella preparazione di pane e dolci e sembra che stiano tentando di utilizzare l’inulina, contenuta nei tuberi e debitamente trattata, per produrre un sostituto dei grassi utilizzati nella preparazione di dessert surgelati e nella produzione del cioccolato grazie alla sua capacità di stabilizzare prodotti alimentari come gelati e yogurt senza comportare cambiamenti di forma e colore.