LA STRADA DELL’ACQUA DAI PIANI D’ERBA

 

Laghi del Pian d’Erba (da: Lombardia pittoresca, Milano, Stella e figli, 1836, Litografia su disegno di Elena).

 

Erba diede nome a quel piano che è fra il laghetto di Alserio e quello di Pusiano e che è diviso in terre coltivate ed in paludi o torbe, monumento geologico del dominio delle acque anche in questa regione… così scriveva Carlo Annoni, prevosto di Cantù, nel 1829.

 

“Quel piano” in passato fu anche un unico grande lago colmato nei secoli da detriti alluvionali. Il fiume Lambro che, lasciata la forra di Castelmarte si spandeva sulla piana formatasi creando vasti allagamenti in periodi di piena, venne incanalato, fino al suo sbocco nel lago di Pusiano, nel 1845. In questo tratto il “Lamber” è conosciuto con l’appellativo di Lambrone per riappropriarsi del suo vero nome quando, lasciato il lago, continua la sua corsa fino al grande Po.

 

 

 

Ed è proprio dal centro sportivo il “Lambrone” che prende il via il nostro itinerario, accompagnate da Giusi dell’associazione “Il Canneto”.

Attraversato un ponte sul fiume, continuiamo lungo un sentiero che costeggia l’argine destro orografico fino alla sua foce. In questo stesso punto tempo fa incontrammo il signor Domenico. Ricordate? Proprio lui ci aveva parlato delle castagne d’acqua.

 

 

 

Giusi, istruttrice ed esperta canoista, ci racconta dell’invasione estiva di questa pianta acquatica che sta ripopolando le acque dei laghi brianzoli più ossigenate dopo alcuni interventi di sifonamento. “Spandendosi sulla superficie del lago a macchia d’olio, la “castagnola” rende difficoltosa la navigazione in alcuni tratti e rallenta il defluire dell’acqua verso l’emissario anche se, di contro, è un ottimo habitat per la fauna ittica e aviaria locale” dice Giusi.

 

 

 

Leggo inoltre che, lo sviluppo incontrollato di questa pianta acquatica e soprattutto la decomposizione dei suoi frutti nei fondali lacustri sottrae ossigeno all’acqua, creando non pochi problemi. Quindi un intervento di rimozione delle piante al culmine del loro ciclo vitale sarebbe opportuno prima dell’inevitabile distacco dei frutti. E se si pensasse di riutilizzarli, come facevano un tempo, per produrre una farina simile a quella delle più comuni castagne? Devo assolutamente recuperare notizie a riguardo!

 

 

 

Camminiamo con rispetto, affondando gli stivali nel fango in quest’area selvaggia, per non disturbare l’avifauna che ama intrufolarsi tra le canne palustri.

 

 

 

Giusi ci guida, seguendo il percorso ben impresso nella sua memoria, che difficilmente saremmo riuscite a trovare da sole.

 

 

 

Sbuchiamo nei pressi di un piccolo ponte pedonale sul Lambro. “Qui un tempo i carri attraversavano il ponte Isacco lungo un’antica via di comunicazione del “Pian D’Erba” – ci racconta un simpatico cicerone apparso quasi per magia.

 

 

Lui è il custode del Cavo Diotti, un’opera idraulica che regola le acque del lago di Pusiano e le piene eccezionali del Lambro, ubicato poco distante da dove ci troviamo. Rimarremmo più a lungo ad ascoltare i suoi racconti, ma il dovere lo chiama e torna nella casa del camparo che sovrasta le paratie per avere tutto sotto controllo.

(Il Cavo Diotti può essere visitato previo accordo con l’ente gestore: il Parco Regionale della Valle del Lambro).

 

 

 

Da qui continuiamo dirigendoci verso il lido di Moiana su strade carrozzabili e sentieri di campagna e, dopo aver assaporato per qualche istante la tranquillità di questi luoghi, riprendiamo la strada del ritorno deviando verso la stazione ferroviaria di Merone.

 

 

 

Il breve viaggio in treno ci porterà ad Erba per continuare a piedi, questa volta lungo la sponda sinistra del Lambrone, fino al parcheggio da dove siamo partite.

 

 

 

Giusi mi suggerisce di scattare una foto “allo spumeggiare del fiume nel punto in cui, se si dovesse percorrere in canoa, bisognerebbe prestare attenzione perché l’acqua traccia la propria via, ma siamo noi a doverla rispettare!” dice.

 

 

 

 

P.S. Per perlustrare il lago di Pusiano, per discendere il Lambro in canoa canadese o raft e per le passeggiate “accompagnate” si può contattare Giusi dell’associazione ” Il Canneto al 333 7725872.