SULLE TRACCE DELL’INNOMINATO

AUTORE: Eleonora Franchi

 

DATA: 3 marzo 2013

LOCALITÀ: Somasca di Vercurago

PROVINCIA: Lecco

ALTITUDINE PARTENZA: 35o m s.l.m.

ALTITUDINE ARRIVO: 5oo m s.l.m.

PERCORSO AD ANELLO: sì

VOTO PERCORSO:***

DIFFICOLTÀ: semplice

CONSIGLIATO A FAMIGLIE CON BAMBINI: sì

DURATA: 50 minuti

VELOCITÀ: passo lento

CARTELLI INDICATORI: sì

DOVE POTER MANGIARE: Trattoria Belom, Pescate

 

Domenica, con mamma e papà, sono stata a visitare i resti di un castello che si affaccia su Lecco e il lago di Garlate. La mamma mi ha raccontato che questo luogo è descritto in una bellissima opera scritta da Alessandro Manzoni, “I Promessi Sposi”, e che qui viveva un nobile da lui chiamato Innominato che aveva ordinato di rapire una ragazza di nome Lucia prima di pentirsi e diventare una persona buona e caritatevole. Io non sapevo nulla di tutto ciò, ma credo che prima o poi leggerò anch’io questa storia così affascinante. Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio dietro la Basilica di Somasca, una frazione del comune di Vercurago, e già dal parcheggio potevo vedere una torre che si innalzava nitida su una rupe. Mi sembrava lontanissima da raggiungere invece, dopo aver attraversato alcune vie pedonali, ci siamo ritrovati a percorrere un sentiero nel bosco, abbastanza ripido ma non faticoso. In realtà, ci sarebbe stato un altro percorso che prendeva avvio da un arco per poi snodarsi attraverso un viale affiancato da una serie di cappelle. Il papà mi ha raccontato che si trattava di un percorso dedicato a San Gerolamo Emiliani che visse qui gli ultimi della sua vita insieme agli orfani e agli ammalati che proteggeva. Le cappelle che abbiamo incontrato raccontavano infatti episodi della sua vita e il viale terminava in una località detta “Valletta” dove oggi sorge un’altra chiesetta e la “fonte del miracolo”: un’estate, mancando l’acqua per dissetare i suoi orfani, Girolamo percosse con la mano una roccia dalla quale scaturì dell’acqua che scorre ancora oggi e si dice che aiuti a guarire gli ammalati. Ma tutto questo noi l’abbiamo visto al ritorno dalla Rocca. Attraverso il sentiero nel bosco siamo infatti arrivati ad un piccolo recinto con una gran torre sbrecciata che oggi è una cappella in ricordo di San Girolamo. Al centro del recinto si trova una grande croce che sostituisce quella eretta in passato in onore del Santo e all’ingresso una piccola chiesa è dedicata a Maria e a Sant’Ambrogio. La posizione era davvero splendida e nonostante non fosse una giornata molto limpida si poteva ammirare un bellissimo panorama. Erano davvero tante le persone che visitavano la rocca, forse perché era una giornata quasi primaverile. Ho notato però che lungo il sentiero nel bosco erano già spuntate tantissime viole, ma non le primule. Forse stanno facendo l’ultimo sonno prima di affacciarsi anche loro e annunciare finalmente l’arrivo della bella stagione!