RIMEDIO PER I VERMI
di Britombar, l’exploratore del mistero
Per rimediare all’improvviso male dei vermi (di cui non si conosceva l’origine), nell’antica Brianza il potere curativo era detenuto dai guaritori che riuscivano (a detta loro) ad intercedere presso il Signore, facendo sparire presto il male recitando formule come:
“Da nove vermi,
dalli nove alli otto,
dalli otto alli sette,
dalli sette alli sei,
dalli sei alli cinq,
dalli cinq alli quatro,
dalli quatro alli tre,
dalli tre alli doi,
dalli doi a uno,
che questi vermi possono deslinguà
come fa la sal nel disnà
il giorno della Natività”.
La formula non poteva essere recitata da chiunque, ma solo da coloro che erano riconosciuti come segnòn. Queste persone accompagnavano il rituale benedicendo noccioli di pesco, uno al dì, che avrebbero tenuto il male lontano dal malato.
RIMEDI PER IL MAL DI DENTI
di Britombar
Nell’antica Brianza, se colti dal mal di denti e costretti all’estrazione del dente malato, il “dentista” avrebbe accompagnato la stretta tenaglia nella bocca, invocando i Santi del Cielo. Lenendo il dolore dell’operazione con ceneri di noccioli di pesco (l’analgesico più comune), il dente cariato veniva gettato nel braciere domestico al suono delle seguenti parole “Fuoco, fuoco, ti do questo dente marcio. Dammene uno che duri cent’anni”; la qual cosa avrebbe propiziato un ottimo futuro al malcapitato, sempre che non sorgessero infezioni.
Per combattere il mal di denti, quindi, i rimedi pratici venivano accompagnati da invocazioni di aiuto al Cielo. Altra abitudine diffusa era quella di invocare l’intercessione del Signore durante la Messa mormorando: “Se ne leva sangue iusto e carne humana che Dio ghe difenda de mal de denti e di morte subitanea”.