Un po’ in ritardo… lo so!
Avrei dovuto raccontare moooolto prima a modo mio – come ipotizzava l’exploratore “capo” GVMass nel suo omonimo blog – il bel “giro” alla scoperta dei leggendari massi erratici e di alcune delle sette antiche frazioni abbarbicate vista lago tra Como e Torno ma… questa volta l’attesa ha maturato nuovi frutti!
E da qui vorrei iniziare il racconto… dal mio punto di vista.
Cercando notizie sulle piante spontanee come ingredienti di piatti lariani, mi imbatto in Momi, quasi contemporaneamente chef, giardiniere e battelliere, e nel suo strudel con Bitto, Scimudin e asparagi selvatici… Mi chiedo: turioni o getti? Di luppolo, di pungitopo, di Tamaro, di Ornithogalum o del classico Asparagus Acutifolius padre di tutti gli asparagi coltivati? Sì, perché tutti questi deliziosi germogli primaverili vengono chiamati volgarmente asparagi.
Abbandono per un attimo la questione asparagi… questo Momi, che si racconta in una breve intervista, mi incuriosisce! Lo contatto, fisso un appuntamento.
Per ora vi dico che il suo bar-ristorante, a picco sul lago, si trova a Blevio a pochi passi da Cazzanore, punto di partenza e di arrivo della nostra escursione. Momi, ha scritto un libro, non ha un menù pre-confezionato ma crea in base ai gusti del cliente, utilizzando come ingrediente principale dei suoi piatti… la passione. A breve il racconto dell’incontro!
Tornando alla nostra escursione… Cazzanore, Meggianico, Mezzovico, Sorto… Per qualche istante mi sembra di camminare lungo quei sentieri, molte volte percorsi all’inizio della bella stagione, tra i borghi liguri. Strette viuzze, scalinate, ruscelli, il cielo che si confonde con il colore del mare – o del lago in questo caso – le case color pastello, il profumo d’erba ed erbe e… tutto a pochi passi da casa!
Piante spontanee… le classiche in abbondanza: ortiche, silene, parietaria, alloro, pratolina, ma mi attrae per il piccolo fiore violaceo e l’aroma vagamente mentolato l’Ellera Terrestre.
Questa pianta tappezzante ingentilisce un terrazzamento lungo il ripido sentiero che porta ai monti di Sorto; la strofino tra le mani, il suo profumo gentile mi accompagna. L’aroma delle sue foglie e la bellezza dei suoi fiori guarniranno delle tagliatelle di parietaria, carote e mandorle.
Le foglie di Tarassaco, colto nei prati prima di giungere all’antico borgo sopra i monti di Cazzanore sarà parte degli ingredienti per una piadina alle erbe di casa nostra. Le ligule, o petali color oro, aromatizzeranno il dolcissimo “crameliote”- per dirlo alla francese – da me ribattezzato “Similmiele”, ottimo accompagnamento per formaggi stagionati.
Il Tarassaco mi stupisce sempre per la sua capacità di crescere ovunque… ama i grassi prati fioriti dei pascoli alpini, le distese d’erba delle campagne, gli orti, gli incolti, le aiole cittadine, i fossati lungo le strade trafficate così come le fessure della pavimentazione del piccolo borgo di Cazzanore.
Cammino, lo ammiro e non lo calpesto per rispetto alla sua voglia di esserci senza timore!