Il santuario di San Miro al Monte fu edificato tra il 1643 e il 1660 e sorge vicino al torrente Ravella, circondato da scoscesi pendii. Eretto in onore di San Miro Paredi (Canzo, 1306 – Sorico, 1381), la tradizione racconta che proprio in questo luogo San Miro visse in solitudine, penitenza e preghiera per gran parte della sua vita. Annesso alla chiesa, internamente affrescata con episodi della vita del Santo, vi è un piccolo convento, oggi non abitato. É probabile però che un tempo dei frati vivessero qui per assicurare la funzione dell’eremo: si possono infatti ancora notare alcuni muretti a secco che sorreggevano i terrazzamenti sui quali coltivavano le verdure per il loro fabbisogno quotidiano. I religiosi rimasero all’eremo fino alla fine del settecento, quindi abbandonarono il luogo di culto.
Per il restauro completo della chiesetta bisognerà attendere fino al 2005.
Il culto di San Miro è legato all’acqua e da secoli l’eremo è meta di pellegrinaggio insieme alla vicina fonte, dalla quale sgorga un’acqua a cui molti si affidano per guarire dai malanni.
San Miro è stato un eremita e pellegrino, appartenente, secondo alcuni studiosi, all’ordine francescano. Dopo la morte del padre, Miro si ritirò in eremitaggio una grotta della Val Ravella, sotto i Corni di Canzo.
Passò quindi degli anni in solitudine e meditazione, talvolta visitato dai concittadini ai quali dava conforto ed assistenza.
In seguito ad una visione, partì in pellegrinaggio per Roma, fermandosi a visitare i santuari più celebri e vivendo di elemosina. Il viaggio durò un anno durante il quale visitò le tombe dei martiri e le tombe San Pietro e San Paolo.
Tornato a Canzo, visse in una grotta nel luogo in cui oggi sorge l’Oratorio di San Miro e dove, secondo la tradizione, fece nascere la sorgente.
Dopo anni, e dopo un’altra visione, partì da Canzo e raggiunse Sorico sul Lago di Como, stabilì la sua dimora in un antro, chiamato poi “Grotta di San Miro”, e qui morì nel 1381.
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