L’Herba Salutaris del Medioevo, rigenerante e purificante per i Celti, apprezzato dagli orsi dopo il lungo letargo invernale oppure chiamato “dell’orso” perché dona la stessa forza del possente mammifero, l’Aglio Orsino è un ottimo ingrediente poco conosciuto nelle nostre zone, ma largamente utilizzato nei paesi nordici per le sue qualità officinali e per le proprietà terapeutiche. Pare che il suo consumo costante aiuti a depurare il sangue, a disintossicare l’organismo e a donare nuova vitalità grazie alla presenza di diverse vitamine e sali minerali.
Non è difficile trovarne anche in abbondanti quantità in zone umide, spesso non lontano da sorgenti d’acqua, fiumi o laghi. Le foglie tenere e di un bel verde brillante, compaiono già agli inizi della primavera. In questa fase della loro crescita, le foglie dell’Aglio Orsino, lanceolate e con un picciolo più o meno lungo, non vanno confuse con quelle del Colchico (Colchicum Autunnale) tossico e potenzialmente mortale, dalle foglie più scure e carnose che escono dal terreno arrotolate attorno ad un solo asse. Entrambe le piante possono crescere nei prati ai margini del bosco, difficilmente il Colchico si trova addentrandosi nel bosco, luogo più sicuro per raccogliere l’Aglio Orsino.
Un buon metodo per evitare pericolose confusioni, oltre a prestare la massima attenzione e documentarsi al meglio, è quello di strofinare le foglie per avvertirne il caratterisco aroma aglino.
Quando l’Aglio Orsino comincia a presentare i boccioli dei suoi bellissimi fiori bianchi stellati, un’altra pianta tossica dalle foglie simili a quelle dell’ Aglio orsino sbuca dal terreno. Si tratta del Mughetto (Convallaria majalis) dalle foglie più coriacee e opache, ma soprattutto inodori se strofinate.
In cucina si può utilizzare l’intera pianta di questo aglio dalle molteplici proprietà, ma più delicato di quello comunemente usato (Allium Sativum). In primavera le foglie più tenere crude insaporiscono le insalate, si sposano benissimo con le patate cucinate in vari modi, si amalgamano con olio, parmigiano, noci o nocciole, per un profumatissimo pesto.
Da cotte invece perdono molto il loro sapore, quindi possono essere utilizzate anche in maggior quantità per aromatizzare ripieni, torte salate, zuppe.
I boccioli conservati sott’aceto mantengono la loro croccantezza.
I fiori ingentiliscono i piatti più anonimi.
Quando le foglie cominciano ad appassire si possono utilizzare i bulbi, dalla tipica forma allungata, come fossero spicchi d’aglio comune.
Le foglie fresche triturate e mescolate al burro, da spalmare sul pane o da sciogliere su carni e pesci grigliati, sono deliziose; aggiunte allo yogurt invece si trasformano in una maschera lenitiva anti-eruzione cutanea.
Le pianticelle di Aglio Orsino possono essere facilmente divise e messe a dimora nel giardino di casa o in vaso, prediligendo zone ombrose. La moltiplicazione tramite i piccoli semi scuri, una ghiottoneria per le formiche, richiede invece un più spiccato pollice verde.