Galbiate, domenica 29 settembre – ore 10.30. Avremmo dovuto trovare una delle più antiche sagre di tutto il territorio, ma un tempo pessimo ha tenuto lontani tutti: attrazioni, bancarelle e visitatori (il piccolo video che abbiamo realizzato può aiutare a comprendere la giornata ed il territorio interessato).
La sagra che cercavamo era già “allestita” nella prima metà del Seicento ed era tremendamente importante perché il ricavato (sostanzioso) andava interamente alla Chiesa. Nell’Ottocento ebbe il suo massimo splendore, ma solo nel 2009 è stata ripristinata per volontà del Consorzio del Monte Barro.
San Michele, la chiesa incompiuta
Antonio Stoppani, in un articolo pubblicato nel 1885, così la descriveva:
“… Ma un giorno all’anno quella solitudine diventa un formicaio di gente… Forse in nessun luogo del mondo si celebra una festa più allegra in più bella stagione. Oh una giornata di settembre sotto il cielo di Lombardia, così bello quando è bello! … Ogni prato è invaso; ogni poggio coperto; ogni rupe è presa d’assalto. A brigate, a brigatelle, a crocchi, a tondo, a vanvera, come vien viene, giù tutti seduti attorno ai famosi canestri, riposto con cura da un lato il fiasco sul molle, e assicuratolo così che non faccia un capitombolo, il resto ai denti. Intanto un’onda di gente che va e che viene da tutte le parti. La marea si gonfia; la tempesta si ingrossa. Al massimo confluente che viene da Lecco, s’aggiunge l’altro che viene da Galbiate, e ci porta la gente della Brianza, i villeggianti, i curiosi di tutte le parti del mondo. Tutti s’assomigliano in due cose: ridere e mangiare. Sul piano davanti alla chiesa e via via fino al ciglio dell’altipiano verso Lecco è un mercato, una fiera, un baccano, un pandemonio da non dire: dappertutto banchi, baracche, bettole improvvisate e barili messi un prospettiva, pronti a versare la vermiglia linfa in seno ai fiaschi, che la riversano nei bicchieri, da cui sarà finalmente riversata nelle fauci dei devoti”.
Insomma la sagra comunque non c’era, ma abbiamo trovato il presidente del Consorzio del Parco del Monte Barro che, con grande passione, ha descritto ad un bel gruppo di persone arrivate alla spicciolata, e a noi, la chiesa incompiuta di San Michele, bell’esempio di architettura barocca lombarda che già nel 1885 si presentava allo Stoppani “allo stato di scheletro spolpato, nido di pipistrelli, di falchi e di barbagianni e stormi di rondini”.
San Michele fotografata dal Monte Barro da Franco
Oggi, San Michele si propone sicuramente meglio ed è affascinante nel suo essere imponente per lo spazio dove è situata.
Qualcuno la ricorda anche come San Michele ai Morti.
Un luogo da visitare. Assolutamente.
Dalla chiesa partono poi diversi ed interessanti sentieri. Uno di questi porta al famoso Pian Sciresa, un pianoro posto sul versante orientale del Monte Barro con ampi e straordinari panorami sulla città di Lecco, raggiungibili con brevi e facili passeggiate anche dal capoluogo, da Malgrate e da Galbiate (quando capiterà l’occasione torneremo a parlarne).