COMO: TERRAGNI IL GRANDE (E IL GRUPPO SETTE)

Quello che abbiamo cercato di compiere questa volta è stato un piccolo percorso nell’architettura comasca del Novecento alla ricerca del Razionalismo e in particolare delle testimonianze che Giuseppe Terragni (Meda 1904 – Como 1943) ha lasciato alla città lariana. L’abbiamo fatto – semplicemente – partendo dagli interessanti cartelli segnaletici (distribuiti per la città) dedicati ai diversi percorsi tematici che Como offre ai turisti (tra cui quello dedicato al Razionalismo).

ITINERARIO:  Casa Giuliani-Frigerio – Novocomum – Monumento ai Caduti – Casa del Fascio

Fuori percorso: Asilo Sant’Elia – Fontana di Camerlata

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Totem distribuiti per le strade di Como con i diversi itinerari proposti, tra questi quello dedicato al Razionalismo

Il Razionalismo italiano è stata una corrente architettonica nata in Italia nel 1927 grazie ad un gruppo di architetti provenienti dal Politecnico di Milano, tra cui Giuseppe Terragni, che formarono il “Gruppo Sette”, movimento costituito ufficialmente solo nel 1930 con il nome MIAR (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale).

Ed è sulle tracce di questo movimento architettonico che abbiamo iniziato il nostro percorso, parcheggiando l’auto in zona stadio – una domenica fortunatamente senza campionato – accanto a casa Giuliani-Frigerio (ultima opera di Terragni) dove i diversi appartamenti che la costituiscono sono pensati come spazi flessibili, con le diverse facciate “mosse”, composte da balconate, finestre arretrate, corpi sporgenti.

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Casa Giuliani-Frigerio

Dopo casa Giuliani-Frigerio, abbiamo puntato alla vicina entrata dello stadio di calcio Sinigaglia, in via Sinigaglia.

In questa via è da prendere assolutamente in considerazione il primo edificio costruito da Terragni, l’abitazione Novocomum, del 1927-29, soprannominato con ironia il “transatlantico”. Primo esempio di architettura razionalista italiana, è composto da cinque piani e un attico, per un totale di 200 locali, armonicamente distribuiti, dove superfici e vetrate danno modo alla luce di giocare e modularsi ritmicamente.

Certo, guardandolo ottant’anni dopo, l’edificio può sembrare già visto o molto familiare, ma pensate al periodo del progetto e com’era l’architettura coeva (e quanti architetti e geometri sono stati ispirati, plagiati o decisamente hanno copiato Terragni!).

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Entrata dello stadio

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Novocomum

Ad un centinaio di metri di distanza troviamo poi il Monumento ai Caduti (1933), sempre di Terragni, con una torre in cemento armato alta 33 metri, su cui posano possenti blocchi di pietra in memoria dei luoghi dove si era combattuto. All’interno del sacrario è conservato un monolito di granito col nome di 650 comaschi caduti nella prima guerra mondiale.

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Monumento ai Caduti

Percorso poi il lungolago, dopo aver incrociato il Tempio Voltiano, ci dirigiamo in Piazza del Popolo dove sorge l’ex Casa del Fascio (1936), l’edificio più famoso di Terragni (sicuramente uno dei più importanti di tutta l’architettura razionalista italiana) ora sede del comando della Guardia di Finanza. Ancora oggi colpisce per l’attualità e l’alternanza armonica di pieni e vuoti, per la ritmicità dei grandi spazi luminosi e per le grandi superfici lisce.

Un edificio che non abbiamo visitato nel nostro giro si trova, invece, in via Alciato, angolo via Dei Mille: è un’altra opera di Terragni, l’Asilo Sant’Elia, edificio destinato alla gioventù.

“Nell’opera si nota una certa affinità con la Casa del Fascio, ma contrariamente a questa, si modula su un solo piano. La presenza di grandi vetrate che sviluppano il concetto di scuola all’aria aperta, gli ambienti distribuiti con attenzione e gli arredi molto curati rendono quest’opera eccezionale” (Wikipedia).

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Casa del Fascio

Altro simbolo del Razionalismo comasco, anche questo fuori dal nostro itinerario, è la monumentale fontana nel piazzale di Camerlata, nata per riqualificare uno dei luoghi d’ingresso alla città. Progettata nel 1935 da Cesare Cattaneo e Mario Radice, ma costruita solo nel 1960, rappresenta, attraverso una combinazione di anelli e di sfere, la pila di Alessandro Volta.

Il giro può essere abbinato o integrato con la passeggiata da noi proposta che da Villa Olmo porta a Piazza Volta, che potete conoscere leggendo il post COMO, IL LUNGOLAGO DELLE MERAVIGLIE.