Non amo il caldo, il troppo caldo! L’arsura brucia le foglie tenere delle insalate spontanee, dissecca i fiori, appassisce il verde. Sono gli ultimi giorni per la raccolta di erbe spontanee in pianura, si riprenderà a settembre con Tarassaco, Costolina, Aglietti vari e qualche fiore.
La montagna, invece, o l’alta collina riservano ancora tanto “pane per i nostri denti”…
Nella foresta dei Corni di Canzo che da Gajum si estende abbracciando l’alveo del torrente Ravella toccando il Sasso Malascarpa, il monte Cornizzolo e il massiccio calcareo degli omonimi Corni, passeggio in compagnia di già conosciuti exploratori e di un paio di “new entries”.
Nadia è curiosa di conoscere l’Aglio Orsino. Ne troviamo in gran quantità lungo il sentiero geologico che fiancheggia il torrente e sale dolcemente fino al terzo di antichi nuclei rurali conosciuto come “il Terz’Alpe”. Purtroppo le foglie non sono più così tenere e di quel bel verde brillante primaverile, ma riusciamo comunque a coglierne alcune per uno spaghetto aglio olio e peperoncino un po’ diverso dal tradizionale.
Giunti al Terz’Alpe, un ottimo punto di ristoro per uno spuntino veloce o per gustare piatti tipici e genuini seduti all’ombra del pergolato del cortiletto interno, continuiamo seguendo l’indicazione “Spirito del Bosco”.
Rita e Tiziano avevano percorso questo sentiero lo scorso anno rimanendone affascinati. E’ veramente suggestivo! Il bosco è animato da animali, fate e personaggi fantastici, tutti scolpiti nel legno! Si sogna ad occhi aperti respirandone lo spirito… A breve ci torneremo con tutti gli altri exploratori… sono sicura che per alcuni sarà un ottimo spunto per nuove emozioni.
Qua e là si innalzano spighe di Ornithogalum Pyrenaicum, apprezzati asparagi selvatici, purtroppo ormai quasi in fiore… meglio lasciarli ad ingentilire la “selva” con i loro fiori bianchi stellati.
I profumatissimi fiori di Sambucus Nigra invece sono al punto giusto di maturazione, tutti aperti ma non troppo sfioriti. Meglio evitarne la raccolta quando appaiono già le piccole bacche in formazione che potranno essere colte solo a completa maturazione, quando saranno di un bel nero lucente… ottime solo cotte, per gustose marmellate o sciroppi.
Con i fiori preparo lo sciroppo di sambuco da allungare con acqua frizzante per una “gassosa” rinfrescante e corroborante. Poi infornerò piccoli Pan Melega con qualche fiorellino fresco e altri già essiccati per una cena tra amici.
La cena è stata lo spunto per altre raccolte: con Rita a San Michele sopra Galbiate colgo piccoli dolci more di Gelso nero… erano anni che non ne assaggiavo! Ottime da aggiungere ad una macedonia o per una marmellatina sprint in accompagnamento ai tortini.
Nei prati della Colma del Piano, sopra Sormano, colgo invece bellissimi fiori in boccio di Phyteuma Betonicifolium o Raponzolo montano da abbinare a melone Charentais e dolce crudo, ma anche per un’insalata tiepida di zucchine, ribes e fiori di trifoglio che accompagnano falde di tonno sott’olio.
Qualche foglia di piantaggine, di silene e di tarassaco e fiori di viola tricolore, di margherita e di falsa ortica, arricchiranno infine un’insalatina di soncino.
Il tutto mooolto apprezzato dai commensali! Il raccolto ha dato davvero i suoi frutti!